Sulla sinistra, raffigurazione delle piramidi di Giza: Cheope, Chefren e Micerino, custodite dall'impassibile Sfinge, e gli attigui piramidini, sepolture dei familiari dei faraoni. Accanto, i forni di argilla dove venivano messe a incubare le uova, soprattutto di gallina, già fecondate, per farle schiudere in minor tempo in un ambiente a calore e umidità controllati.
Nel riquadro sottostante sono raffigurate le cripte contenenti le mummie dei faraoni e i corpi imbalsamati, con riferimento al rito antichissimo di conservare i cadaveri attraverso un rituale assai elaborato che ne impediva la decomposizione in vista della successiva esistenza ultratterrena: rituale dapprima riservato al faraone e alla sua famiglia, e poi esteso via via ai funzionari religiosi e ai ceti abbienti, e addirittura ai loro animali prediletti, o quelli venerati come sacri in quanto epifania di una specifica divinità.
Il Paul Lucas cui fa riferimento la didascalia era un archeologo francese (1664-1737), che compì numerosi viaggi nel Mediterraneo e in Egitto, e di cui redasse numerosi resoconti, tra cui un "Voyage du Sieur Paul Lucas au Levant, on y trouvera entr'autre une description de la haute Egypte, suivant le cours du Nil, depuis le Caire jusques aux Cataractes, avec une Carte exacte de ce fleuve, que personne n'avoit donnée", stampato a Parigi nel 1704 e ristampato per tutto il Settecento.
Norimberga, 1720 ca.
Acquaforte su carta vergellata priva di filigrana. Bifolio unito da brachetta, bei margini, verso vuoto, pochi segni di ossidazione, splendida coloritura coeva.
Dim.: 59,5x50 cm lo specchio di stampa