IANI TEMPLVM
I.Goeree del(ineavit)

Tratta da: Beschryving van oud en nieuw Rome (ovvero: Descrizione dell'antica e della nuova Roma) con testi di François Jacques Deseine, pubblicata ad Amsterdam da Franz Halm in 1704, in II voll.


Titolo in alto al centro sopra il prospetto del monumento. Eleganti figure mitologiche gli fanno da corona, inneggiando la funzione del dio Giano dal doppio volto (capace di vedere il passato e il futuro), ritratto in basso a sinistra, e nelle antiche monete.


Acquaforte e bulino su carta vergellata priva di filigrana, coloritura moderna, verso vuoto, bei margini, splendida inchiostratura, ottimo stato di conservazione (una leggera macchia di umidità sul bordo sinistro).


Dim.: 33x 20,5 cm lo specchio di stampa


Il "Tempio di Giano" visto in due scorci: il primo è una ricostruzione ideale dell'aspetto primitivo di quello che non è nè un tempio nè un arco trionfale dedicato al dio ai margini del Foro Boario, bensì un passaggio, una porta (ianua in latino) a quattro arcate e pianta quadrata, in travertino e marmo bianco di spoglio, presumibilmente risalente al IV secolo d.c., dove banchieri e commercianti trattavano i loro affari. Le dodici edicole, di cui alcune non finite, dovevano ospitare, secondo Tito Livio, statue di bronzo dorato, oggi perdute, così come le colonnine e i cornicioni sovrastanti.

I potenti Frangipane, durante il Medioevo, ne fecero una torre fortificata di loro proprietà: quando, nella prima metà dell'ottocento, si cercò di risalire alla struttura originaria, l'attico andò perduto perchè lo si riteneva pertinente alla fortezza medievale.

Più tardi, papa Sisto V Peretti decise di buttarlo giù e di utilizzarne i marmi per la Basilica di S.Giovanni in Laterano, ma, fortunatamente, il progetto non andò in porto.

L'altra immagine ce lo mostra come doveva presentarsi allo spettatore, spoglio dei suoi marmi e delle statue, ma non ancora delle strutture fortificate che gli facevano da corona. Sul lato sinistro, la Chiesa di San Giorgio al Velabro, antichissima diaconia altomedievale, tutt'oggi in loco.