MAVSOLEVM AUGUSTI. Mausolei Vestigia

I.Goeree del(ineavit)

I. de Later Fecit

Tratta da: Beschryving van oud en nieuw Rome (ovvero: Descrizione dell'antica e della nuova Roma) con testi di François Jacques Deseine, pubblicata ad Amsterdam da Franz Halm in 1704, in II voll.


Acquaforte su carta vergellata priva di filigrana, coloritura moderna, verso vuoto, bei margini, splendida inchiostratura, eccellente stato di conservazione.

Dim.: 33x 21 cm lo specchio di stampa

Il Mausoleo di Augusto visto dagli Autori in due scorci: il primo è una ricostruzione fantastica dell'edificio come doveva apparire ai tempi della sua fondazione; l'altro è come appariva ai loro occhi, profondamente modificato, trasformato in un giardino pensile nobiliare assai ben curato.

Sotto, una complessa allegoria classica, che vede protagonista una divinità femminile, riferibile alla Vittoria cinta di alloro che regge nella mano destra il cartiglio contenente i nomi degli autori della veduta, e, nella sinistra, il denario fatto coniare in onore del Divi Filius (dove il Divus è Giulio Cesare, padre adottivo del venerabile Ottaviano).

Il Mausoleo di Augusto, questa sepoltura circolare famosa in tutto il mondo e ispirata al tumulo di Mausolo re di Alicarnasso, fu fatta costruire per sè e la propria gens da C.Giulio Cesare Ottaviano Augusto, il vincitore di Azio, colui che aveva fatto sì che il tempio di Giano, aperto solo in tempo di guerra, venisse finalmente chiuso.

Assai frastagliate le sue vicende: vandalizzata dai Goti di Alarico nel 410, fu trasformata in chiesa cristiana e, in seguito, in castrum dalla famiglia Colonna; i Soderini ne faranno un giardino all'italiana (come appare nella nostra veduta) e, alla fine del Settecento il nobile portoghese Vincenzo Mani Correa vi insedierà il proprio anfiteatro. In seguito, ospiterà giochi pirotecnici e, addirittura, pionieristici voli in mongolfiera.

Un nuovo, effimero momento di gloria lo visse quando l'Accademia di Santa Cecilia pensò di utilizzarlo per le proprie stagioni concertistiche, e l'"Auditorium Augusteo" diverrà famoso in tutta Europa: ci penserà il Duce a demolirne le velleità artistiche, decapitando la parte superiore dell'edificio che ospitava l'Auditorium, e anche numerose abitazioni che nei secoli si erano accatastate sulla cima.

La guerra fece il resto consegnando la struttura a un oblio e a un degrado durati decenni, fino ai primi timidi tentativi di scavo e di restauro conservativo, coronato finalmente dall'imminente riapertura.