NAPOLI DI ROMANIA, Assediato e Preso Dall'Armi della Serenissima Repubblica di Venezia, sotto il comando dell' Eccellenza del Cap. Gen. Francesco Morosini Cavalier, e Procur. di S.Marco 20 Ag. 1686

Superba pianta a volo d'uccello di Napoli di Romània (antica denominazione veneziana che la distingueva dalla Napoli nostrana, mentre il nome attuale è Ναύπλιο, dal nome del mitico fondatore greco), sita in Argolide nel Peloponneso. Sotto il dominio ottomano era chiamata 'Mora Yenişehir', da 'Morea', toponimo medievale per il Peloponneso, e 'şehir yeni', città nuova.

Dal 1503 fino al 1540 fu dominio della Serenissima, poi i Turchi la riconquistarono, per perderla nuovamente in virtù dell'assedio guidato da Francesco Morosini, allora Capitano Generale da Mar, vale a dire comandante supremo della marina veneziana, il 20 agosto 1686. Da quell'impresa diverrà “Il Peloponnesiaco” e Doge di Venezia fino alla morte che avverrà proprio in quella Napoli divenuta capitale della Morea e della provincia di Romània (comprendente Argo, Tripoli e Corinto).

La scena è finta all'interno di una cornice ai cui lati si dipartono due fronde che si uniscono al centro intrecciando un nastro posto in funzione di cartiglio, contenente il titolo e una legenda con 23 toponimi delle difese militari veneziane e alleate distribuite sul Monte Pallamide in attesa dell'imminente irruzione dei Turchi.

In basso al centro ruggisce orgoglioso il leone Marciano, che solleva la spada simbolo di giustizia, e artiglia il crescente lunare simbolo dell'odiato nemico.


Acquaforte e bulino su carta vergellata, tratta dal Corso Geografico Universale, stampato a Venezia tra il 1689 e il '92 nell'officina del convento di S.Maria dei Frari.

Magnifico esemplare dipinto da mano coeva, montato senza passe-partout in una cornice originale Salvator Rosa lumeggiata in mecca, e protetto da vetro soffiato anch'esso coevo.

Vincenzo Maria Coronelli è stato insigne enciclopedista ma in primis geografo e cartografo, nato a Venezia (ma alcune fonti lo vogliono ravennate) nel 1650 e ivi morto nel 1718. Di famiglia modesta, fece l'apprendista a Ravenna in una bottega di falegname, e lì imparò l'arte dell'intaglio. A Venezia entrò nell'ambiente monastico per laurearsi successivamente a Roma in teologia. Ma la grande occasione fu a Parigi, dove, apprezzato dal Re Sole, si vide commissionare dal sovrano due globi, uno celeste e l'altro terrestre, che diventeranno i più famosi e i più grandi (anche per le dimensioni) dell'epoca e oggi fanno bella mostra di sé alla Biblioteca Nazionale parigina.

Tornato a Venezia, fonderà l'Accademia cosmografica degli Argonauti, e sarà eletto Cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo fonte per lui di grande orgoglio e di cui si fregerà spesso.

Il carattere indipendente e il gusto enciclopedico e visionario lo portarono a progettare sempre in grande, producendogli pure numerose inimicizie, sia tra i librai veneziani che presso il Santo Uffizio, al punto di essere accusato di trafugare reliquie. Tornato definitivamente a Venezia, attese esclusivamente alla pubblicazione delle proprie opere fino alla morte.