GIUSEPPE VASI. Piazza Montanara

Tratta dal I volume (1747) delle "Magnificenze di Roma antica e moderna"
Dimensioni: 21x30 cm lo specchio di stampa
Acquaforte in splendido stato di conservazione


La scomparsa Piazza Montanara, intrisa di storia e di aneddotica, era l'antica e vivace sede del mercato dei cavalli e dei carretti che vendevano pane, frutta e verdura; da un lato il Teatro di Marcello, che ospitava tra i suoi archi millenari le botteghe degli artigiani, e dall'altro antiche case con negozi e osterie che arrivavano fino a S.Nicola in carcere.
Qui i "burini" portavano le loro merci, qui venivano arruolati i braccianti per il lavoro nei campi, e i barbieri facevano bottega all'aperto.
Qui nacque il primo servizio di trasporto pubblico, quando (era il 1845) un omnibus a cavalli collegò per la prima volta la piazza con la basilica di S.Paolo fuori le mura.
E tanti altri aneddoti potrebbero essere raccontati, come le vicende di un certo Michele Pantanella che qui acquisterà un forno per aprire poi uno stabilimento a via dei Cerchi, vero pioniere dell'industria alimentare romana.Qui gli scrivani avevano la loro attività che era molto ricercata, specie dagli spasimanti che commissionavano  lettere d'amore.
Qui si trovava la locanda "der Bujaccaro", verace e alla buona, passata in proverbio nel dialetto romanesco, e la Santaccia, che  "intratteneva" i clienti per strada, famosa per le sue grazie tanto da essere cantata dal Belli stesso.
Qui Goethe conobbe e s'infiammò per la procace Faustina che lavorava all'Antica Osteria della Campana a vicolo Savelli. e che continuerà ancora anni dopo a ricordare con nostalgia.
La piazza era amata dal popolino e dalla gente meno abbiente: dopo il 1860 divenne ritrovo dei soldati in congedo e degli avventurieri, e di lì a poco nacquero le bande di briganti che venivano assoldate per effettuare scorribande a Napoli e nei suoi territori, scenario che diverrà caratteristico dei primi anni del nuovo secolo. 
Poi le cose cambiarono: divenuta Capitale del Regno d'Italia  (con la legge 3 febbraio 1871), Roma subì profonde trasformazioni  urbanistiche e cominciò a mutare volto inesorabilmente: le case vennero demolite, la piazza sparì.
Quel mondo, la Roma di 
Piazza Montanara, non esisteva più; solo la fontana commissionata da Gregorio XIII a Giacomo della Porta, e più volte rimaneggiata, dapprima spostata nel 1932 all'Aventino quando la piazza fu demolita e poi finalmente rimontata nel '73 nella piazzetta di S.Simeone ai Coronari, sopravvive come una specie di memento mori.